Tra video e lavoro a casa, la Ue teme la paralisi. E chiede a Netflix di ridurre l’alta definizione. L’ad di Facebook, Zuckerberg: “Di solito il picco è Capodanno. L’Italia è ben oltre”
L’Italia ha traslocato sul Web. D’improvviso, in massa. A causa della quarantena per arginare il coronavirus, l’universo digitale che un tempo era tacciato di allontanare le persone ora è l’unico mezzo per restare in contatto. E così l’aumento del traffico dati si è fatto vertiginoso, parliamo di oltre 90 punti percentuali.
Smart Working, telefonate continue, servizi di streaming spinti al massimo: nei giorni difficili che stiamo vivendo, costretti in casa per il nostro bene e per quello della nostra comunità, anche le nostre connessioni internet sono chiamate ad uno sforzo non indifferente per reggere l’onda d’urto del Coronavirus.
Lavorare o studiare a casa, svagarsi con i nostri servizi streaming preferiti, vedere i nostri amici tramite videochiamate porterà ad un aumento esponenziale delle persone connesse e ad un uso continuo della rete internet fissa e mobile con picchi che, probabilmente, fino ad ora non abbiamo mai sperimentato. Gli operatori saranno pronti a fronteggiare tutto questo?
Nuove abitudini
Sembrano scostamenti di poco conto, ma il cambio delle abitudini che ci ha travolto e che continuerà a farlo nelle prossime settimane cambierà anche il nostro modo di approcciarci alla connessione internet e ai servizi che usiamo abitualmente. Il tempo che solitamente molti di noi passano a lavoro verrà trascorso a casa e servizi o programmi che utilizzavamo solo in certi momenti verranno utilizzati con maggiore frequenza e con un numero di accessi simultanei molto più alto. Pensiamo ai servizi streaming, ormai fondamentali per il nostro intrattenimento, o ai social network, per non parlare di servizi di videoconferenza o di gestione di videochiamate.
A tutto questo andranno ad aggiungersi persone connesse alla propria abitazione per lavorare, con un utilizzo maggiorato delle reti domestiche, siano queste fisse o mobili. Se da un lato alcune aziende stanno offrendo gratis le loro piattaforme o i loro servizi in abbonamento, dall’altro gli operatori stanno regalando giga extra in quasi tutto il Paese. Un’onda d’urto che renderà certamente più agevoli queste settimane degli utenti ma che metterà a dura prova la nostra già claudicante rete internet.
Solidarietà digitale
La solidarietà sta portando le aziende a fare offerte speciali agli utenti di tutta Italia. Iniziative lodevoli per i cittadini, costretti a stare a casa e vogliosi di poter sfruttare al meglio le proprie connessioni e ad avere quante più possibilità per “passare il tempo”. Tutti avranno a disposizione molti più giga per i propri piani tariffari: Tim sta addirittura mettendo a disposizione giga illimitati per tutti gli italiani; WindTre darà ben 100 giga in sette giorni per i suoi utenti; Fastweb è pronta a mettere sul piatto 1 milione di giga per i suoi abbonati; Iliad darà ai suoi abbonati solo voce ben 10 giga di internet. La rete mobile sarà quindi utilizzata senza troppi limiti ma ad essere messe ancor più sotto sforzo saranno le reti domestiche in fibra ottica e ADSL. La già claudicante e non sempre all’avanguardia tecnologia di connessione italiana sarà in grado di gestire un volume generale di dati ben più alto del normale?
Picchi di utilizzo
Secondo una recente ricerca de Il Sole 24 Ore, i primi dati parlano di un aumento dell’utilizzo della rete internet in Piemonte del 50%, con un ulteriore aumento del 45% in tutto il Nord Ovest delle ricerche su Google e del 42% degli accessi a Facebook. Se per ora il sistema regge è stato comunque registrato nel Mix (Milano Internet Exchange) di Milano un picco di utilizzo di 1,1 TB/s di dati, un record mai raggiunto prima, che sottolinea quanto il traffico sulla rete sia in sostanza raddoppiato: la rete fissa casalinga, secondo Tim, ha registrato un incremento di utilizzo del 100% rispetto alla situazione normale.
La rete mobile ha invece fatto registrare un incremento del 20% ma con aumento piuttosto importante del traffico voce. Gli operatori telefonici stanno già preventivamente correndo ai ripari, provando a intervenire su più fronti per evitare la congestione e permettere alle reti di muoversi in modo normale anche con crescite significative delle connessioni.
Il lavoro da casa
Sono numerosi gli esperti a ritenere che questo sia solo l’inizio di una crescita che si farà piuttosto importante nelle prossime settimane. A creare i problemi maggiori potrebbe essere soprattutto lo smart working, pratica che riverserà sulle connessioni casalinghe operazioni che di solito gravavano sulle connessioni locali delle aziende. Internet, nel suo utilizzo normale, non è programmato per sopportare dosi eccessive di nuovo traffico, a maggior ragione in un Paese come il nostro dove mancano alcune infrastrutture fondamentali per il corretto utilizzo della rete. Soprattutto nel punto di incrocio delle varie connessioni di rete, dove si intersecano le infrastrutture dei vari operatori, potrebbero crearsi intasamenti di non poco conto. A gravare ancora di più sulla situazione è anche un difetto strutturale della nostra rete, pensata per gestire soprattutto flussi di dati in entrata o download e molto più deboli per far muovere i dati in uscita o upload.
Lo smart working, visto il suo costante e interattivo flusso di scambio dati, ha bisogno di pari potenza sia in download che in upload. Solo le recenti connessioni in fibra fino a casa garantiscono un buon compromesso in questo senso, tutte le altre, per la loro struttura asimmetrica, potrebbero creare parecchi problemi se sovraccaricate.
I primi problemi
Per ora, visti anche i celeri lavori degli operatori, i problemi sembrano essere piuttosto contenuti ma sono in tanti a certificare i primi seppur limitati malfunzionamenti sulla nostra rete. I primi disservizi hanno colpito soprattutto le reti casalinghe di Tim e Fastweb, con percentuali di segnalazioni in crescita da parte degli utenti. Lo scorso 11 marzo, inoltre, la rete mobile e fissa di Tim ha registrato parecchi problemi in tutto il nord Italia, con un sovraccarico solo sfiorato e per ora evitato grazie ad interventi tempestivi che hanno ampliato le riserve a disposizione.
Questo, nonostante la celere risoluzione, ha comunque portato a rallentamenti marcati della velocità di connessione casalinga e ad una totale assenza di connessione in alcuni casi, soprattutto nel nord e nella zona centrale della Sardegna. Negli ultimi giorni i problemi sembrano essersi risolti, ma è la struttura endemica della nostra banda a destare maggiori preoccupazioni.
Cosa si può fare
Gli operatori non riusciranno a migliorare le infrastrutture in queste settimane. Le caratteristiche intrinseche delle nostre connessioni, soprattutto quelle domestiche, rimarranno quelle che abbiamo sempre avuto. I provider hanno per ora retto bene all’urto, aumentando le proprie capacità di accoglienza di connessioni simultanee e dimostrandosi veloci nel provare a risolvere i problemi sul nascere.
Per ora, in questo primo periodo di emergenza, le cose sembrano rientrare nei limiti del tollerabile: l’ottima e capillare presenza in molte zone di buone infrastrutture per collegamenti mobili potrebbe alleggerire di non poco il sistema in generale.
Sembrano proprio le connessioni per smartphone quelle capaci di assorbire maggiormente queste novità, perché già studiate per gestire un maggior numero di connessioni. Saranno le reti fisse, probabilmente, ad avere sul lungo periodo il maggior numero di problemi, vista la massiccia presenza di sempre più persone nelle proprie abitazioni.
Un periodo da cui imparare
Sarà una prova del fuoco per tutti noi. Internet è ormai un’abitudine radicata, una finestra aperta sul mondo che in casi come questo diventa di vitale importanza per uscire, almeno virtualmente, da questo isolamento forzato. Gli operatori coinvolti lo sanno e il fatto che si siano subito adoperati per dare qualcosa in più a tutti noi è certamente lodevole. La speranza è che i problemi e i malfunzionamenti siano ridotti al minimo e non creino ulteriori guai in una situazione già di per se delicata. Una speranza che, quando tutto questo sarà finito, porti tutti gli addetti ai lavori ad una riflessione seria sullo stato delle nostre connessioni che, soprattutto nel sud e nei comuni più piccoli, non sono adatte ad un uso della rete nemmeno in condizioni normali, figuriamoci in una situazione di emergenza come questa.
Il Coronavirus ha solo confermato quanto internet sia di fondamentale importanza per tutti noi, soprattutto per comunicare e gestire un’emergenza sanitaria come questa. Anche per questo occorrerà dotarsi di infrastrutture di primo livello, per non creare ulteriori problemi in situazioni delicate. Speriamo che questa situazione porti in futuro ad un’ulteriore accelerata nell’implementazione di infrastrutture che garantiscano in tutta Italia un livello di connessione degno di questo nome, che garantisca a tutto il Paese un accesso libero e totale alla rete per ogni sua esigenza, in primo luogo in condizioni di vita normali e, a maggior ragione, quando la normalità viene meno.
Sarà una prova del fuoco per tutti noi. Internet è ormai un’abitudine radicata, una finestra aperta sul mondo che in casi come questo diventa di vitale importanza per uscire, almeno virtualmente, da questo isolamento forzato. Gli operatori coinvolti lo sanno e il fatto che si siano subito adoperati per dare qualcosa in più a tutti noi è certamente lodevole. La speranza è che i problemi e i malfunzionamenti siano ridotti al minimo e non creino ulteriori guai in una situazione già di per se delicata. Una speranza che, quando tutto questo sarà finito, porti tutti gli addetti ai lavori ad una riflessione seria sullo stato delle nostre connessioni che, soprattutto nel sud e nei comuni più piccoli, non sono adatte ad un uso della rete nemmeno in condizioni normali, figuriamoci in una situazione di emergenza come questa.
Il Coronavirus ha solo confermato quanto internet sia di fondamentale importanza per tutti noi, soprattutto per comunicare e gestire un’emergenza sanitaria come questa. Anche per questo occorrerà dotarsi di infrastrutture di primo livello, per non creare ulteriori problemi in situazioni delicate. Speriamo che questa situazione porti in futuro ad un’ulteriore accelerata nell’implementazione di infrastrutture che garantiscano in tutta Italia un livello di connessione degno di questo nome, che garantisca a tutto il Paese un accesso libero e totale alla rete per ogni sua esigenza, in primo luogo in condizioni di vita normali e, a maggior ragione, quando la normalità viene meno.