L’Organizzazione mondiale della Sanità ha dichiarato “pandemia” l’emergenza Coronavirus, spiegando che nelle ultime due settimane i casi fuori dalla Cina sono aumentati di 13 volte. L’infezione, scoppiata in Cina, precisamente nella città di Wuhan, alla fine dello scorso mese di dicembre, si è diffusa in oltre novanta paesi, per un bilancio totale, aggiornato ad oggi – 11 marzo – di 119.711 contagiati e 4.350 morti, di cui oltre 600 anche in Italia. Ciò significa che da questo momento in poi i singoli stati devono fare un passo indietro ed eseguire i piani dell’Oms per impedire che il nuovo virus dilaghi ulteriormente.
La dichiarazione di pandemia, che si differenzia dalla semplice epidemia, si è resa necessaria per impedire ulteriori casi di infezioni. D’altronde, da giorni c’erano almeno due criteri per tale definizione per l’infezione da Covid-19: si diffonde tra le persone e può essere mortale. La sua caratteristica globale è stata infine confermata dai dati certi sui primi focolai africani e sudamericani.
“Abbiamo valutato che il COVID-19 può essere caratterizzato come una situazione pandemica”, ha annunciato il capo dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus nel briefing da Ginevra.