Nato e cresciuto nella sua bella Pistoia, LDB è un artista, di quelli veri. Capace, acuto, espressivo, talentuoso…e il genere di graffiti art noto come stencil art ha per lui rappresentato fin dai tempi delle superiori, la principale forma di espressione.
Una tecnica in cui non sempre si usa la mano libera ed in cui i graffiti vengono realizzati attraverso uno stencil, maschera normografica da cui è diffusa la vernice spray: LDB ha sempre considerato questo procedimento non solo in senso decorativo, ma come uno strumento espressivo che gli ha consentito di intervenire nella città integrandosi con gli scenari urbani ed esaltandoli. Nell’ultimo anno poi, è arrivato il meritato riconoscimento, qualcosa di speciale: nel 2018 la sua opera Batman 2.0 è stata inserita nella più importante piattaforma multi-channel mondiale del settore, “Global Street Art”, facendo superare all’artista, i confini nazionali.
LBD, tu sei molto riservato, ci puoi parlare di te?
Sorride… “Cosa vuoi sapere? Sono molto riservato, non amo parlare di me, forse perché vorrei che le mie opere avessero vita a sé. Sono toscano, pistoiese per l’esattezza, ho sempre amato quest’arte così particolare ma mi ci sono realmente avvicinato, insieme ad un amico, durante l’adolescenza. Mi sono subito appassionato a ciò che in seguito è diventata la mia prima forma di espressione: la stencil art. L’intento è quello di utilizzarla in forma concettuale anziché semplice tecnica di decorazione.
Quali sono i materiali che utilizzi? Non
I miei starter pack sono: Fogli di carta, trincetto, bombolette spray:
Qual è la caratterizza fondamentale delle tue opere?
Il mio concetto principale sta nel fatto che vorrei valorizzare al meglio la mia città. Le mie opere nascono dopo un attento esame in cui studio la storia del luogo in cui decido di intervenire per cercare di valorizzare dal punto di vista architettonico ed estetico scenari urbani esposti al degrado o vandalizzati. Lavoro tanto con i privati che, affascinati dalle mie realizzazioni mi commissionano lavori all’interno di casa loro. Sono molto affezionato ad ogni mio disegno, ma ne ricordo uno in maniera davvero particolare che ho fatto a casa di un amico, nella cameretta dei suoi bambini. Mostre ed esposizioni, invece, sono esperienze completamente diverse e quasi sempre slegate dal lavoro urbano.”
A cosa ti ispiri?
Alle persone. Sempre alle persone. Conoscere le loro storie, i loro punti di vista, le loro idee, i loro interessi può regalare qualcosa di unico. Non ha senso essere chiusi e diffidenti e rimanere sulle proprie posizioni, è importante avere la capacità di una mente elastica che sappia ascoltare e comprendere, accettare spunti e confronti. E’ per questo che spesso uso gli elementi di cultura popolare, per dare voce a sentimenti comuni.
Amo pensare che, chiunque passi davanti alle mie opere, si fermi qualche secondo ad ammirarle e possa sorridere perché dentro di lui ha suscitato un’emozione, anche se minima.
Sei soddisfatto dei riscontri che stanno ottenuto i tuoi lavori?
Si molto. Le persone mi seguono, mi cercano ,mi ascoltano e mi danno la carica giusta per proseguire cercando di donare sempre qualcosa in più.
Ora parliamo della storia del Museo Marino Marini che tanto fa infervorare la cittadinanza Pistoiese. Tu hai fatto un’opera in Onore di Marino Marini…. Perché?
Si, ho realizzato un murale che riproduce un ritratto noto dell’artista, datato 1958. Mi sono sentito in dovere di farlo. Io rappresento una forma d’arte e questa volta è proprio quella di strada a schierarsi apertamente al fianco della “casa” Pistoiese del Maestro dov’è custodita una parte della collezione dell’artista che non deve arrivare a Firenze.
Un intervento che si schiera a difesa del patrimonio pistoiese del maestro. Un ritratto, Un guardiano muto di questo destino incombente che la città tutta si augura non arrivi a compimento.
Grazie LBD per il tempo che ci hai dedicato… Ci rivedremo presto!
Sara Ferranti