Alessandro Tomasi e la “svolta epocale”: intervista al primo Sindaco di Destra della storia di Pistoia

“Sei sicura che ti troverai bene a Pistoia? E’ una città” è la domanda che più frequentemente mi ponevano da quando ho palesato l’idea di voler vivere in Toscana “Sei abituata ai ritmi e agli spazi del “paesino”. A Novafeltria si è tutti amici, siamo cresciuti insieme, è più facile cucire rapporti e legami”.

Ma io, invece, in cuor mio, sapevo che mi sarei trovata benissimo.
Pistoia è molto bella e si vive bene. Il suo centro storico è meraviglioso, è a misura d’uomo: abbastanza grande per essere “città” e sufficientemente piccola per essere un “paesone”.

I pistoiesi dicono che tra loro si conoscono quasi tutti, e forse anche questo è vero. Capita che, mentre attraverso Piazza Duomo, incontro visi conosciuti che mi salutano, anche se sono solo pochi mesi che abito qui.
Ed è proprio in quella piazza che ho incontrato per la prima volta il Sindaco Alessandro Tomasi, il quale, ben volentieri si è fermato a parlare con me dopo che,  il mio compagno Alessio che lui conosce bene, ci ha presentati.

“Non usare formalismi: “Signor Sindaco”… chiamami per nome e dammi sempre del tu” si è raccomandato.
«Va bene…» ho sorriso  «Sai Alessandro, a breve nascerà il blog d’informazione online, mio e di Irene, Azzonzo.it e vorrei che tu mi rilasciassi un’intervista, che mi parlassi di te » gli ho detto «perché Azzonzo non tratterà di cronaca, ma metterà in luce la città, le sue bellezze, i personaggi e le loro storie… e tu, infondo, sei il Primo Cittadino, quindi perché non partire proprio da te?» ora è lui a sorridere  «Con molto piacere. Chiama in ufficio e ci accordiamo».

Un sindaco giovane dai modi gentili che sa guidare con responsabilità la sua comunità. Parla con tutti come se fosse un amico, ascolta ma sembra avere le idee chiare, soprattutto su sicurezza, immigrazione e sviluppo.
Ha trovato una città in emergenza, alcune dovute alle precedenti amministrazioni, altre di routine. Ma, a metà mandato, si possono iniziare a tirare le somme.

Ciao Alessandro, grazie ancora per avermi ricevuta. Come sai, abito da poco qui a Pistoia, per cui, quello che a me più preme, è capire chi sei. Parlami di te, della tua famiglia, di tua moglie, dei tuoi studi, che lavoro facevi prima di diventare Sindaco…”
 
Sono cresciuto in un piccolo Paese in provincia di Pistoia, Calamecca.
A vent’anni ho conosciuto Stella, la donna che ora è mia moglie, allo stadio in curva perché suo fratello giocava a pallone. Dopo alcuni anni ci siamo sposati. È una persona brillante, intelligente ha due lauree e un master. Lavora, cosa che fa da sempre, e ovviamente fa la madre. Abbiamo due bambini splendidi. Come forse sanno fare tutte le madri, rispetto a me sa “tenere il punto” con i nostri figli e devo riconoscerle che sa essere veramente molto attenta rispetto alla loro educazione. Non si occupa direttamente di politica, anche se mi ha seguito in modo appassionato nella mia ultima campagna elettorale.
Oltre la politica, sono impegnato a fare il padre e cerco di farlo nel migliore dei modi anche se, si sa, il mestiere del genitore è il più difficile del mondo.
Prima di quest’incarico, lavoravo nello storico forno di famiglia in Piazza San Francesco che esiste da circa quaranta anni. Collaboravo con i miei genitori, mio fratello e una dipendente che posso definire una di famiglia. Lavoravo e studiavo. Mi sono laureato in Scienze Politiche e ho preparato la tesi su “I Cattolici in Terra Santa”. Ho fatto ricerca a Gerusalemme, un’esperienza stupenda. In tutto questo si è inserita la passione per la politica che, a partire dalle scuole superiori, non mi ha più abbandonato. Prima di diventare Sindaco, sono stato in consiglio comunale per ben dieci anni”.

Il tuo è stato un matrimonio molto originale. Ce lo racconti?
Come ti dicevo io sono cresciuto a Calamecca. Io e Stella eravamo sulla stessa lunghezza d’onda. Ciò che si fa solitamente in questi casi, ricevimenti, pranzi, cene in prestigiose location o grandi ville non faceva per noi. Abbiamo celebrato il matrimonio in Comune a Villa di Scornio poi ci siamo trasferiti in paese, dove, sulla strada principale del paese, avevamo organizzato la festa, con banchetti con porchetta, ribollita, zuppa, bruschetta. Il tutto realizzato grazie ai nostri tantissimi amici che, dalla cucina al servizio ai tavoli, hanno veramente dato il meglio di loro. Il gran finale è stata poi una bellissima spaghettata sulla piazza del paese, preparata dal gestore del bar, alla quale hanno partecipato veramente in tanti. Sembrava una sagra di paese».

Sei legato a un mondo politico di destra. Mentre tuo nonno era un socialista. Cosa ne pensi di queste visioni contrastanti?
Credo che le visioni diverse siano un utile spunto. Io ho sempre fatto parte di quella corrente politica che è la “destra sociale”. Mio nonno era un socialista, è vero, ma alcune impostazioni ideali in termini di giustizia sociale e aiuto verso chi ha più bisogno, le ho sempre appoggiate. Il “sociale”, le case popolari e l’emergenza abitativa, sono temi a cui sono sempre stato molto sensibile. Io credo che coniugare gli ideali di giustizia sociale con quelli propri della destra fatti di legalità, di giustizia, di ordine inteso nel senso positivo del termine, possa veramente essere quella che un tempo si definiva “la terza via”.

Pistoia è stata amministrata per molti decenni dal centro sinistra: qual è stato l’impatto di un Sindaco di centro destra in questa realtà?
Sicuramente molto forte. La mia elezione è stata un avvenimento ‘storico’, oserei dire epocale. Da una parte ha innescato nella città il concetto del meccanismo di alternanza, tale da far capire che niente può mai essere dato per scontato, specialmente in politica, dove ciò che secondo me deve contare sono le idee sul tipo di città che intendi realizzare e non i pregiudizi. Non ho mai avuto grandi scontri ideologici con i miei “avversari politici”, come ti dicevo prima, sono stato per dieci anni in consiglio comunale per cui le persone, anche quelle che rappresentano la Sinistra, mi conoscono non solo come politico ma anche come uomo e sanno cosa vorrei rappresentare e i risultati che vorrei ottenere. Era scontato che un cambio così drastico nella politica locale avrebbe creato un forte impatto e una notevole aspettativa.

Che tipo di città hai trovato all’inizio del tuo mandato? Risultano delle criticità sugli edifici dovute alla mancata programmazione di una corretta manutenzione. Quali problemi esistono per i plessi pubblici?
Questo è sempre stato il nodo cruciale di discussione, purtroppo è una situazione difficile. Negli anni abbiamo bruciato molti degli oneri di urbanizzazioni per la spesa corrente.
Le grandi opere pubbliche non hanno subito una manutenzione costante. I nostri impianti sportivi sono in condizioni pessime. Inoltre, il nostro territorio è attraversato da oltre 700 km di strade, alcune completamente dissestate. Se si fosse fatta una manutenzione costante, negli anni, oggi dovremmo intervenire con meno risorse.
L’abbandono tocca tutti gli edifici, teatro, biblioteca.
Le strade sono una piaga per la città, come dicevo prima, le risorse sono poche ma a questo si è aggiunto un problema enorme che riguardano le strade provinciali. Il Comune, anche in casi di emergenza, non può sostituirsi alla manutenzione della Provincia. Non abbiamo fondi e risorse per farlo. La situazione che abbiamo trovato non era rosea, i fondi erano pochi, abbiamo iniziato ma la nostra volontà è di riconsegnare una città migliore per i nostri figli.

Pistoia è stata la Capitale Italiana della Cultura. Tu, appena insediato, hai voluto ricoprire anche la carica di Assessore alla Cultura. Perché? Quali sono i tuoi progetti per la politica culturale della città?
Sono ancora Assessore alla cultura. Le elezioni ci sono state a metà del 2017, proprio nell’anno di “Pistoia Capitale della Cultura” e quindi ho deciso di ricoprire quella carica perché ero convinto che in quel frangente particolare il Sindaco fosse la persona più adatta per intrattenere i rapporti con tutte le componenti che, assieme all’Amministrazione Comunale, partecipavano all’organizzazione di questo evento. Parlo ad esempio della Curia, della Fondazione Caripit, e di tutti coloro che avevano iniziato quel particolare percorso. Terminata quella fase, ho deciso di continuare a tenere per me la carica di Assessore alla Cultura, perché, oltre ad appassionarmi, mi ha permesso di dare inizio a un percorso di analisi e complessiva riorganizzazione del mondo della cultura pistoiese.
I progetti per la politica culturale sono diversi. Stiamo portando avanti alcuni fronti: il primo riguarda un progetto della regione toscana chiamato “Manifatture digitali” nel quale Pistoia potrebbe diventare il terzo polo toscano insieme a Prato e Pisa.
Un progetto di tradizione e innovazione a sostegno del cinema. Prato realizzerà i costumi, Pisa la realtà digitale e Pistoia si occuperà delle scenografie. Saranno gli antichi mestieri e saperi ad essere valorizzati da Manifatture Digitali.  Un’altro progetto sul quale stiamo lavorando è il CCT (seecity). Abbiamo fatto ripartire il museo a Cielo aperto a Castagno di Piteccio, realtà da curare e valorizzare.
Inoltre, nel 2021 inizierà l’anno jacobeo. Pistoia e Santiago di Compostela ora sono ancora più vicine.
Abbiamo messo un cippo tra via degli Orafi e piazza Duomo simbolo dell’amicizia e della storia che ci lega a Santiago. Nel 2021 la nostra Cittá sarà meta di pellegrinaggio da tanti Paesi per l’Anno Santo Iacopeo. Stiamo lavorando e continueremo a lavorare per valorizzare le nostre tradizioni.
San Jacopo è un tratto importante per noi, c’è un mondo legato alla spiritualità, ai cammini, al trekking, vale la pena prima di tutto rispolverare ciò che abbiamo già, e la nostra città ha tanta storia.. una volta valorizzato ciò che c’è già, faremo ulteriori cose ex novo.
Pistoia ha iniziato a interrogarsi sulla parola turismo solamente nel 2017. In veste di  consigliere comunale, dal 2007 al 2017 non ho mai sentito nominare da nessuno in consiglio, la parola turismo ed ora dobbiamo rimboccarci le maniche.

Quante cose, quando ti sei insediato, volevi cambiare e quante poi sono state realizzabili?
Tante ma non sempre è fattibile, per mancanza di fondi soprattutto e per una burocrazia pressante. Il nostro approccio è stato diverso rispetto quello delle amministrazioni precedenti. Abbiamo cercato di darci delle priorità e su queste concentrarci, dimostrare praticità, quindi dire anche dei “No, al momento non si può fare”. La cosa di primaria importanza per noi erano le scuole. Voglio arrivare a  fine mandato, avendo reso a norma tutti gli istituti dal punto di vista sismico e statico. Siamo già intervenuti su alcuni edifici e fatto numerosi progetti che ci hanno portato fondi che useremo per realizzarli. Entro fine mandato vorrò anche aver sistemato i parchi rendendoli luoghi gratuiti, fruibili, accessibili e di aggregazione. Sicuramente è fondamentale sistemare gli impianti sportivi, che non subiscono manutenzione da anni. La cosa più scandalosa è che a Pistoia, nel 2020, ci sono tante famiglie che non hanno metano, acqua potabile e fognature quindi abbiamo iniziato l’estensione della rete idrica, del metano e delle fognature. A marzo partiranno gli scavi di Toscana Energia che si concluderanno entro la fine del 2021 per portare il metano a 360 famiglie nelle Valli delle Buri. Una battaglia a cui mi sono dedicato da quando ero consigliere comunale. Un Ringraziamento particolare va a tutti gli abitanti e i comitati che non si sono mai arresi e sono sempre stati al nostro fianco in questi due anni. A Lupicciano ho anche incontrato una coppia di giovani amici, hanno deciso di mettere su famiglia lì, dove tira l’aria buona di collina e questo mi è sembrato un bel segnale.  Ma non ci fermiamo qui. L’Amministrazione continuerà a lavorare su ogni fronte.

Ora che sei sindaco, qual è il tuo prossimo punto di arrivo?
Essere il Sindaco della mia città è un qualcosa che per me non ha prezzo. Adesso sono concentrato sugli anni che ancora mi restano come primo cittadino, e li vivo con la voglia di chi vuole vedere cosa nascerà da quanto ha seminato. Al resto penseremo dopo.

Ora siamo in corsa alla nomination per le candidature a governatore della Toscana del Centro Destra. Molti vedono in te una figura particolarmente appropriata con il profilo. Te la senti?
Sono onorato che uno dei nomi dei possibili candidati sia proprio il mio ma per ora voglio concludere ciò che ho iniziato a Pistoia nel 2017. Abbiamo trovato difficoltà, fatto errori, ed ora stiamo tirando le somme. Sono felice che si stia stringendo il cerchio e che tra i possibili candidati ci siano i Sindaci perché alla fine tutti noi siamo figure in trincea, a contatto diretto con i cittadini, con le problematiche delle aziende per questo adesso non lascerò ora la mia città.


Per cosa ti piacerebbe essere ricordato in futuro?


Per essere riuscito a far fare sport ad un bambino in più, a riqualificare un giardino in più, a dare alla città più sicurezza e maggior decoro, favorendo la partecipazione dei privati al mantenimento dei beni pubblici.

Sei il Sindaco della politica della quotidianità, insomma…

Si. Io e la mia giunta abbiamo voluto da subito invertire il trend degli ultimi anni, fatto di annunci e poche realizzazioni. Io farò gli annunci quando ne avrò la certezza.

Ora l’ultima domanda… Cosa ne pensi della nascita di Azzonzo.it? Due ragazze giovani, una romagnola e una siciliana che descriveranno Pistoia e la Toscana. Una bella sfida per noi….
Sono molto contento della vostra iniziativa. Vi ringrazio per aver portato questo nuovo progetto nella nostra città. Noi siamo veramente felici di accogliervi. C’è bisogno di pluralità e la nascita di un nuovo blog non può che essere un fatto positivo per l’intera città. Ciò che per noi è scontato non lo è per chi non ha mai vissuto a Pistoia. Penso che Azzonzo possa essere uno sguardo nuovo e diverso sul nostro territorio.

“E allora, memore del tuo “non mi dare mai del lei”, Ti ringrazio Alessandro per il tempo che mi hai dedicato e per l’impegno che costantemente doni alla nostra Città!”

E’ ora di andare…ci stringiamo la mano, un sorriso sincero e… “ci si vede “Azzonzo”.

Sara Ferranti

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