Bisognerebbe parlare dell’ennesima melina del governo, che tiene bloccato il cosiddetto decreto rilancio e con esso l’intero paese. O della farsa tutta italiana delle mascherine a 50 centesimi, di cui ci racconta Marco Mensurati, con il rimpallo di responsabilità tra il commissario e i distributori farmaceutici mentre sul mercato le mascherine continuano a essere irreperibili.
O anche di argomenti più frivoli come la riapertura delle spiagge, che però tanto frivoli non sono perché c’è di mezzo un’intera economia oltre che la voglia di vacanze dei nostri concittadini: i gestori degli stabilimenti, spiega Ettore Livini, si fanno i conti in tasca e temono di non riuscire a salvare la stagione, se le regole sul distanziamento resteranno immutate. Bisognerebbe parlare di tutto questo, ma per una volta parliamo di felicità.
La felicità delle piccole cose: un treno indiano che riporta a casa mille lavoratori bloccati dalla quarantena; un’altalena sopraelevata in Nuova Zelanda per far giocare insieme bambini che abitano in cortili diversi; un postino in Gran Bretagna che consegna i pacchi travestito da cassetta postale, strappando un sorriso ai destinatari; una volontaria a Mosca che consegna a domicilio cagnolini in cerca di affetto a persone sole in cerca di altrettanto affetto; una comunità locale in California che ha organizzato una caccia al tesoro con gli orsacchiotti di peluche dei bambini (divenuti il simbolo mondiale della quarantena). Se ci pensiamo, ciascuno di noi, in questi due mesi, può avere una piccola storia di felicità da raccontare. E anche se provano a rovinarcela in tutti i modi, anche se il governo deve comunque provvedere al sostegno del Paese lasciando da parte le scaramucce, cerchiamo di tenercela stretta, come l’orsacchiotto di peluche.