Con la pubblicazione in Gazzetta è dunque ufficiale la nuova denominazione italiana. Nessuno Stato membro della Comunità europea si è opposto alla creazione della nuova Dop e quindi l’iter ha superato indenne la trafila burocratica. La nuova Dop, dunque, rivoluziona il mondo dei capperi eoliani. Da sempre, da quelle parti, la Dop è stata vista come opportunità, soprattutto in termini di promozione e che servirà a fare da trait d’union fra i vari territori che da secoli producono i capperi.
Sale pertanto a 32 il numero delle Dop/Igp siciliane del food, ma soprattutto giunge a compimento il virtuoso percorso di riconoscimento, iniziato nel 2016, che ha visto l’assessorato Agricoltura impegnato al fianco di aziende e produttori per tutta l’istruttoria e le diverse fasi che hanno portato al raggiungimento di questo importante risultato.
“Struttura solida, forma sferica o leggermente appiattita con apice pronunciato, superficie glabra, colore verde tendente al senape con striature violacee, privi di sostanze estranee visibili, calibro non inferiore a 4 mm per i capperi e non superiore a 20 mm per i cucunci, sapore intenso e pungente, odore aromatico, forte, senza alcuna inflessione di muffa o odori estranei”.
Ecco l’identikit del cappero perfetto secondo il disciplinare per il Cappero delle Isole Eolie DOP.
Qualità garantita e certificata, dunque, sia per i “capperi”, cioè i boccioli fiorali, sia per i “cucunci”, che sono i frutti (quelli che crescono dopo la fioritura) della specie botanica Capparis spinosa.
In commercio si troveranno in due modi di conservazione: “al sale marino” e “in salamoia”, in contenitori di varie capacità e materiali.
Anche il confezionamento dovrà avvenire nella zona delimitata di produzione, per garantire il mantenimento delle caratteristiche genuine del prodotto.
La zona di produzione (e confezionamento) del prodotto adesso certificato è identificata dall’intero territorio del Comune di Lipari – comprendente le isole di Lipari, Vulcano, Filicudi, Alicudi, Panarea, Stromboli – e dei Comuni di Santa Marina Salina, Malfa e Leni nell’isola di Salina, in provincia di Messina.
Il consorzio, di cui fanno parte circa 60 produttori, ha dunque superato l’iter comunitario e soprattutto vinto una sorta di battaglia interna, visto che inizialmente i produttori di capperi di Salina si erano opposti, rivendicando la titolarità dei ricercati boccioli: non volevano dividere l’etichetta con le altre isole dell’arcipelago.
Un’altra eccellenza tutta italiana che va ad aggiungersi al già ricco e variegato panorama delle DOP. Un modo per continuare la strada della peculiarità del gusto.