Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,4% in termini reali, ovvero di potere d’acquisto. Lo rileva l’Istat, sottolineando che il reddito disponibile in termini nominali segna un calo “dopo la crescita osservata nei primi nove mesi dell’anno”.
Quanto alla capacità di spesa, la riduzione “è stata più accentuata – si spiega – per la dinamica positiva dell’inflazione”. La propensione al risparmio delle famiglie negli ultimi tre trimestri dell’anno è stata pari all’8,2%, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.
Una “lieve” flessione, si spiega, che riflette la diminuzione del reddito disponibile, a fronte di una stazionarietà della spesa per i consumi finali. Lato conti pubblici, l’Istat conferma per lo scorso anno un deficit in calo all’1,6% e una pressione fiscale in rialzo al 42,4%.
Il prof. Francesco Tanasi docente Università San Raffaele Roma e Segretario Nazionale Codacons, commentando i dati diffusi oggi, spiega che “Si tratta di dati che non lasciano spazio ad interpretazioni: cala il reddito, cala la capacità di spesa e i consumi rimangono totalmente fermi, confermando le difficoltà delle famiglie italiane. Rispetto al trimestre precedente la spesa per consumi è paralizzata, mentre su base annua cresce appena del +0,3%. Numeri destinati purtroppo ad un drastico peggioramento a causa dell’emergenza coronavirus”.
“Il potere d’acquisto degli italiani rischia di crollare nel primo trimestre del 2020 come effetto dei minori redditi da lavoro cui fa da contraltare un sensibile aumento dei prezzi nel settore alimentare e dei generi prima necessità – prosegue Tanasi – I consumi poi vanno incontro ad un tracollo in tutti i comparti, ad eccezione della sanità e dell’alimentare, e potrebbero registrare una diminuzione fino al -6% a fine 2020 se dovessero proseguire le misure d’emergenza imposte dal Governo”.