Per ore e ore lasciata sotto la pioggia battente. La scultura lignea, solitamente custodita nella chiesa di San Marcello al Corso e che si ritiene abbia salvato Roma dalla peste nel Cinquecento, ha subito seri danni e dovrà essere restaurata: legno gonfiato, stucchi saltati, tempera rovinata, la superficie lignea della parte dei capelli si è increspata e anche alcuni particolari delle braccia si sono rovinati.
Danni gravi e irreparabili al crocifisso “miracoloso” davanti al quale Papa Francesco ha pregato chiedendo la fine della pandemia di coronavirus. Per quasi due ore, infatti, quello storico oggetto sacro è stato esposto alla pioggia che si è abbattuta su Roma mentre Bergoglio, in una piazza San Pietro deserta, invocava la fine dell’epidemia.
Il crocifisso, una scultura lignea quattrocentesca, è stato collocato sul sagrato della Basilica Vaticana senza alcuna protezione dalle intemperie durante tutto il tempo della celebrazione. Il risultato è stato davvero disastroso. L’acqua, infatti, ha gonfiato il legno secolare. In diversi punti gli stucchi sono saltati, così come alcune parti della leggera vernice antica. La tempera utilizzata per disegnare il sangue che sgorga dal costato di Gesù si è rovinata. La superficie lignea della parte dei capelli si è increspata e anche alcuni particolari delle braccia si sono rovinati.
Danni ai quali ora dovranno rimediare, in fretta, i restauratori dei Musei Vaticani. Il crocifisso che è esposto nella Chiesa di San Marcello al Corso, nel cuore di Roma, non è tornato nella sua casa. Da lì era partito due giorni prima della celebrazione del Papa. I frati dell’ordine dei Servi di Maria, a cui è affidata la chiesa, si aspettavano il suo ritorno il giorno dopo la preghiera di Francesco in piazza San Pietro. Anche per poter consentire ai fedeli che si recano lì in pellegrinaggio di pregare davanti a quell’immagine ritenuta miracolosa. Proprio come aveva fatto lo stesso Bergoglio, a sorpresa, nel pomeriggio di domenica 15 marzo, facendo perfino un tratto di strada a piedi in una Roma insolitamente deserta per Sto arrivando!ivare nella Chiesa di San Marcello al Corso. Dal Vaticano, però, è arrivata la notizia che per il momento il crocifisso resterà nei sacri palazzi per il necessario e urgente intervento di restauro.
Non sono in pochi, dentro e fuori la Santa Sede, a esprimere incredulità e sconcerto per quanto è avvenuto. E ovviamente si è già scatenata la caccia al colpevole. Per di più l’icona della Salus populi romani, che era stata collocata poco distante dal crocifisso per la preghiera del Papa, era contenuta all’interno di una spessa teca che l’ha riparata dalla pioggia. Anche se non era nemmeno l’icona bizantina originale, esposta nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, bensì una copia. I responsabili dei Musei Vaticani, infatti, non permettono più che la Salus populi romani lasci l’edificio perché la tavola sulla quale è rappresentata è molto fragile. Esporla alle intemperie avrebbe comportato sicuramente anche per l’icona mariana danni seri e irreparabili.