Al netto delle significative differenze strutturali, può essere interessante dare un’occhiata a come la Cina sta uscendo dalla crisi. Presto sarà infatti il nostro turno di lasciarci alle spalle questa parentesi drammatica e ricominciare a correre. La prima considerazione importante è legata al clima di generale ottimismo. Dai sondaggi, quasi il 70% della popolazione cinese sembra convinto che l’economia guarirà dalle ferite dell’epidemia prima del terzo trimestre dell’anno. In particolare si respira un clima di grande fiducia nelle città Tier 3 e Tier 4, dove i cittadini non solo hanno fiducia in una rapida crescita dei valori economici complessivi ma credono anche che i loro introiti individuali aumenteranno sensibilmente nella seconda metà dell’anno.
Il governo sta intervenendo, non solo incoraggiando le amministrazioni locali a maggiori investimenti nelle infrastrutture ed introducendo misure di sostegno fiscale per le aziende, ma anche con strumenti a supporto delle PMI e con una particolare attenzione alla ripresa dei consumi. In questo ambito, la prima linea di incoraggiamento riguarda l’enorme massa di funzionari governativi che sono spinti dall’amministrazione ad essere i primi a uscire, mangiare nei ristoranti, far girare un po’ di soldi nei negozi. Le attrazioni turistiche, chiuse nel periodo della crisi, hanno riaperto. Così come musei e luoghi della cultura. In certe aree della Cina ai funzionari viene data una tessera caricata con un budget da spendere in attività di entertainment e turismo. Durante il periodo dell’emergenza, l’89% dei cinesi ha cancellato i viaggi programmati.
Oggi, solo il 19% conferma la decisone di non voler viaggiare anche a crisi ultimata. I più ottimisti sono i nati negli anni 90 che manifestano una ancor maggiore propensione al viaggio e ad aumentare la spesa. Nel frattempo, negli shopping mall di Shanghai, il “foot traffic” quotidiano ha già raggiunto il 65% del livello precedente alla crisi. L’aspettativa è che il valori tornino alla normalità entro la fine di aprile. Durante l’emergenza, il 40% dei consumatori ha aumentato considerevolmente gli acquisti online. Con riferimento alle proiezioni di spesa per i consumi, la metà dei cinesi dichiara di voler tornare ai livelli precedenti allo scoppio dell’epidemia. La restante metà programma un incremento dei consumi nel prossimo trimestre. C’è da considerare anche il fenomeno del “revenge spending” (la fame di acquisti che colpisce i consumatori frustrati dalla quarantena) che potrebbe essere un toccasana per le prospettive dei nostri brand del lusso.
In ogni caso, la primavera sembra definitivamente arrivata in Cina. Presto il tempo migliorerà anche in Italia e dovremo tutti quanti impegnarci a ricostruire.
Sara Ferranti