Gli anfibi (oltre 6.500 specie nel mondo) sono in assoluto la classe di vertebrati più minacciata di estinzione del pianeta: il 33% delle specie di rane, rospi, salamandre e tritoni oggi esistenti è a vario grado in pericolo di estinzione, in massima parte a causa dell’immissione di specie alloctone (come il gambero della Louisiana), del cambiamento climatico (aumento dei giorni aridi e diminuzione delle precipitazioni) e dello stravolgimento degli habitat. La perdita delle zone umide infatti “corre” a velocità 3 volte maggiore rispetto a quella delle foreste (Gardner and Finlayson 2018).
Il WWF è impegnato in Italia in azioni concrete rivolte agli anfibi e negli ultimi due anni ha promosso la campagna “One Million Ponds” per favorire la tutela, il ripristino e la creazione di piccole zone umide in tutta Italia a favore di rane, rospi, ululoni dal ventre giallo, raganelle, tritoni e salamandre. In Toscana poi, i volontari del WWF da ormai 27 anni, sul finire dell’inverno, promuovono iniziative per tutelare il periodo riproduttivo di rane, rospi e raganelle e salvarli da morte sicura sulle strade. L’obiettivo è evitare ai piccoli animali di restare vittime del traffico veicolare mentre attraversano le strade vicino alle aree di riproduzione.
I volontari – coordinati dal biologo Carlo Scoccianti – pattugliano le aree più pericolose e ‘affollate’ e fanno letteralmente ‘attraversare la strada’ agli anfibi. Dove la conformazione del luogo lo permette, creano dei “rospodotti”, i sottoattraversamenti stradali che permettono a rane e rospi di arrivare in stagni passando illesi sotto la strada. In questi anni sono stati realizzati per gli anfibi strade dedicate, tunnel e veri e propri viadotti, come è il caso di quello realizzato in provincia di Livorno presso l’Oasi WWF Orti Bottagone. Grazie a queste e altre azioni, negli ultimi anni è stato possibile salvare migliaia di anfibi. I salvataggi di rospi si sono molto diffusi in Italia e c’è un vero e proprio coordinamento promosso anche dalla Societas Herpetologica Italica.
Le Oasi WWF custodiscono un prezioso patrimonio di zone umide. Sono iniziati nei giorni scorsi i lavori nell’Oasi WWF Riserva naturale regionale Le Bine (Mn-Cr), nell’ambito del progetto europeo Life Gestire 2020 per la realizzazione di due stagni, per favorire la popolazione di Rana di Lataste e il ritorno del tritone crestato italiano. L’oasi si trova nel Parco Oglio Sud e ricopre un importante ruolo di area “sorgente” per piccole popolazioni di anfibi presenti nelle diverse zone umide frammentate nel suo intorno.
Gli stagni verranno dotati di speciali accorgimenti “antigambero” per evitare la colonizzazione del temibile gambero della Louisiana, specie alloctona invasiva in grado di predare le uova degli anfibi, girini e larve. Si tratta di uno dei primi interventi di questo tipo, che verrà monitorato sin da questa primavera Nell’ambito di questo Life sono previsti numerosi altri interventi analoghi promossi da Regione Lombardia e WWF.
Anche altre Oasi si sono attivate per proteggere gli anfibi: nell’Oasi di Vanzago (Milano) nel corso degli ultimi anni sono stati creati circa 20 nuovi stagni di diverse tipologie. L’Oasi di Valpredina, nelle prealpi bergamasche, ha creato negli ultimi anni ben 11 piccoli invasi artificiali per aiutare le popolazioni di rane, rospi, tritoni e salamandre.
Nell’Oasi WWF di Alviano, in Umbria, che vanta 15 ettari di praterie allagate, il WWF ha realizzato diversi piccoli e grandi stagni con acqua permanente (di falda) e ripulito pozze naturali. Tritone crestato e tritone punteggiato ne hanno beneficiato , oltre a rane e rospi. Purtroppo l’arrivo del gambero rosso ha stravolto questi equilibri: ormai ha colonizzato negli ultimi 2 anni tutti questi siti e contestualmente è diminuita la presenza degli anfibi.
Per salvare gli anfibi c’è bisogno della collaborazione di istituzioni ed enti locali: e così WWF YOUng, ha preparato un vademecum per i Comuni, per difendere questi animali che per sopravvivere hanno bisogno delle zone umide e che sono utilissimi anche per il controllo di insetti (‘insetticidi naturali’). I 5 punti vanno dalla tutela e pulizia dei piccoli invasi (con particolare attenzione alle eventuali ovature) alla installazione di rampe di risalita sui bordi di pozzi, cisterne e specchi d’acqua artificiali , per evitare che questi animali rimangano imprigionati.