Modigliani e l’avventura di Montparnasse: è questo il nome della mostra che si svolge a Livorno, città natale di “Modì”, a 100 anni dalla morte dell’artista. Esposti, i capolavori dalle collezioni Netter e Alexandre, curata da Marc Restellini al Museo della Città di Livorno. Voluta da Livorno per festeggiare il centenario della morte di Modigliani, scomparso nel gennaio del 1920, in realtà la mostra è stata costruita dal curatore intorno alla Scuola di Montmartre, e in particolare a quegli artisti sostenuti da Netter e venduti da Zborowski.
Tra questi spicca Dedo, come era affettuosamente chiamato dagli amici Modigliani, che si lega con un contratto al mercante polacco nel 1916, dopo aver lasciato il suo precedente gallerista Paul Guillaume, che lo pagava con molto ritardo, e si affida completamente a Zborowski, che si può permettere di offrirgli 300 franchi al mese solo grazie al sostegno di Netter.
Fra le opere esposte, i lavori di Suzanne Valadon, Maurice Utrillo, André Derain, Chaïm Soutine e della stessa Jeanne Hébuterne, compagna negli ultimi anni di vita di Modigliani.
E Modigliani? La sua sezione comincia dalle 17 opere su carta, che documentano il passaggio dai primi nudi naturalistici alla fase più geometrica, ispirata all’arte negra, per arrivare a Cariatide (bleue) che apre la strada alle donne dalle curve eccessive.
I nove dipinti di Modì sono invece ritratti: uno più intenso dell’altro e tutti legati alla sua vita quotidiana. Fra questi, la tenera e pensosa Fillette en bleu (1918), forse uno dei suoi dipinti più intensi.